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Per la difesa della razza

Il fascismo esprime la sua natura attraverso iniziative ideate per la difesa della razza ariana. Libri, opuscoli, riviste sono evidenze di un’azione politica che intende organizzare e controllare la massa, plasmando una stirpe nazionale. Quando entrarono in vigore le leggi razziali, si riuscì ad allontanare insegnanti e studenti ebrei, durante l’estate, coinvolgendo poche persone, i presidi e i segretari, gerarchicamente connessi con il regime. Quando la scuola riaprì, il curricolo razzista poté essere declinato sugli aspetti buoni, di sostegno e esaltazione della razza ariana, più accettabili anche a chi si fosse dimostrato più critico verso tali provvedimenti. Fu possibile perché il carattere persecutorio della politica razzista nella scuola contro gli ebrei e gli africani era mitigato dalla tutela verso gli ariani e quindi presentato come giusto, legittimo. Lo confermano gli interventi inclusi nell’opuscolo Per la difesa della razza, pubblicato nel 1940 dall’Istituto tecnico Riccati di Treviso. Il piccolo testo propone le intenzioni didattiche in merito alla questione razziale di venti docenti della scuola tra novembre e dicembre del 1938 in seguito ad una richiesta del preside che li sollecita citando la circolare del 6 agosto sulla rivista La Difesa della Razza. Sono passati solo due mesi dall’inizio della scuola e dalla cacciata di professori e studenti ebrei dopo una martellante campagna di stampa volta a presentarli come pericolosi. I docenti scelti devono fornire quei convincimenti che supportano il regime, ecco allora lezioni specifiche di teoria antropologico-biologica della razza come quelle proposte dall’insegnante di scienze, spiegazioni normative, esercitazioni pratiche come la fisiognomica descrittiva dei caratteri fisici della razza italiana, esaltazione delle radici romane, ogni disciplina scolastica si presta a dare una giustificazione a ciò che il regime chiede. E così i contenuti di una operazione razzista nella scuola non trovò resistenze né attive né passive, gli educatori accettarono di dare il loro contributo consegnando alla Storia il loro pensiero che ancora oggi possiamo leggere, perché quell’ opuscolo è stato conservato affinché possa essere letto dalle nuove generazioni con spirito critico. 

In Archivio Istresco, Fondo 7, Persecuzione ebrei, b1 (N.Inv.073).

Fotocopia del documento conservato presso l’Archivio di Stato di Treviso, contenuto nel Fondo sette, Persecuzione ebrei, archivi istresco.

In Archivio Istresco, Fondo 7, Persecuzione ebrei, b1 (N.Inv.073) 

In Archivio Istresco, Fondo 7, Persecuzione ebrei, b1 (N.Inv.073) 

Jean Simon Bloch

Jean Simon Bloch è nato a Bruxelles nel 1913, figlio di Max Bloch e GermaineBrunschvig.Sposò Denise Errera. Capitano dell’esercito belga, si unì alla Brigata Piron in Gran Bretagna. Fu catturato nel dicembre 1944 a Bastogne, venne portato in Germania, ma riuscì a fuggire. Ha presieduto il Central Jewish Social Work dal 1966 al 1970, è stato presidente della CCIB dal 1978 al 1981 e poi ne è diventato presidente onorario. Fu in particolare presidente onorario del Comitato d’Azione delle Forze Belghe in Gran Bretagna, della Royal National Union of Reserve Officers e della RoyalNational Union of War Escapees. Grande Ufficiale dell’Ordine di Leopoldo II, Commendatore dell’Ordine della Corona, Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico, Cavaliere della Legiond’Onore, Jean Bloch venne nominato Barone nel 1991. È morto a Bruxelles nel 2002. Il 26 aprile 1995 Bloch scrive una lettera al direttore dell’Istresco in segno di apprezzamento per aver ricevuto l’opuscolo scritto da Dalla Costa sugli ebrei trevigiani. In particolare nel testo si ricorda il nome di una parente della moglie riportata in un elenco di arrestati pubblicato nell’opera presentata a Treviso l’anno precedente. Bloch parla di avvenimenti tragici e di emozioni personali.

Il documento riporta il numero degli ebrei presenti in alcuni comuni della Marca trevigiana a partire dal 1943. Primo studio di Ivo Dalla Costa per la sua ricerca, che aprirà la strada ad altri studiosi. Archivio ISTRESCO, Treviso, Fondo 7, Persecuzioni degli Ebrei, Busta 2.

Memoria di Pierantonio Sasso, in Archivio Istresco, Fondo 7, Persecuzione ebrei, b1 (N.Inv.073)

 in Archivio Istresco, Fondo 7, Persecuzione ebrei, b1 (N.Inv.073).

 in Archivio Istresco, Fondo 7, Persecuzione ebrei, b1 (N.Inv.073).

 in Archivio Istresco, Fondo 7, Persecuzione ebrei, b1 (N.Inv.073).